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Gastrite e reflusso gastroesofageo: il ruolo della melatonina

La gastrite è un processo infiammatorio, acuto o cronico, che coinvolge la mucosa gastrica. La gastrite acuta è una infiammazione improvvisa, causata da uno sbilanciamento tra i meccanismi di difesa della mucosa gastrica, rappresentati dallo strato di muco che la riveste e dalla secrezione di bicarbonato, e l’acidità gastrica, con conseguente erosione gastrica. La gastrite cronica, invece, è una infiammazione graduale, meno aggressiva, che si protrae per più tempo, generalmente causata da un’infezione da Helicobacter pylori.

Nella malattia da reflusso gastroesofageo il contenuto acido dello stomaco risale nell’esofago a causa del rilassamento dello sfintere esofageo inferiore (LES), il quale dovrebbe rilassarsi (ed aprirsi) solo al passaggio del cibo, ma in alcune condizioni patologiche non funziona correttamente e causa appunto il reflusso. L’esofago non è dotato degli stessi meccanismi di difesa dello stomaco, dunque il contenuto acido che vi si riversa ne danneggia la mucosa, causando la tipica sensazione di bruciore retrosternale e la sensazione di acido in bocca.

La melatonina è un ormone prodotto dalla ghiandola pineale in risposta all’alternarsi della luce e del buio, regolando dunque i ritmi circadiani del sonno-veglia. Tuttavia, la melatonina è prodotta anche nel tratto gastro-intestinale dalle cellule entero-endocrine. La concentrazione di melatonina nello stomaco dopo un pasto è dalle 100 alle 400 volte superiore rispetto al contenuto nella ghiandola pineale, a dimostrazione di un suo ruolo nella digestione e dunque al fatto che essa possa rappresentare una strategia per il trattamento di patologie gastriche come gastrite e reflusso gastroesofageo.

La melatonina stimola la secrezione di bicarbonato

Lo studio di Sjoblom e Flemstrom (2003) ci mostra che il trattamento delle cellule epiteliali intestinali con melatonina aumenta significativamente la secrezione di bicarbonato, rispetto al controllo (Figura 1).

Figura 1

La secrezione di bicarbonato è fondamentale per l’integrità della mucosa gastrica, in quanto è un componente del muco che la riveste e tampona direttamente l’acido gastrico.

La melatonina stimola la produzione di ossido nitrico e prostaglandine

La melatonina stimola la produzione di ossido nitrico, che contribuisce alla riparazione della mucosa aumentando l’angiogenesi e il flusso sanguigno, e di prostaglandine, molecole segnale di fondamentale importanza nel bilanciamento tra secrezione di muco, protettivo per la mucosa gastrica e inibizione della secrezione di acido gastrico (Brzozowska et al., 2002).

Effetto antiossidante

La melatonina ha anche effetto antiossidante, agendo dunque come molecola protettiva della mucosa gastrica. In particolare, la melatonina è un antiossidante diretto, detossifica cioè le specie reattive dell’ossigeno, ma agisce anche come antiossidante indiretto stimolando l’attività di enzimi antiossidanti come superossido dismutasi e glutatione perossidasi (Bonnefont-Rousselot e Collin, 2010).

La melatonina inibisce la secrezione di acido gastrico e stimola il rilascio di gastrina

Figura 2

Come ci mostra la Figura 2 estratta dallo studio di Jaworek et al. (2005), la melatonina è inoltre in grado di ridurre la secrezione di acido gastrico, che possiamo correlare anche alla stimolazione della produzione di prostaglandine e, in modo molto interessante, aumenta il rilascio di gastrina. La gastrina è un ormone peptidico secreto dalle cellule della mucosa gastrica in risposta all’ingresso del cibo nello stomaco e, tra le varie attività, controlla l’attività contrattile del LES impedendo dunque il suo rilassamento nel corso della digestione. La melatonina rappresenta dunque una valida opzione per il trattamento del reflusso gastro esofageo.

La melatonina nel trattamento del reflusso gastro-esofageo

Particolarmente interessante in questo senso è lo studio di Kandil et al. 2010, nel quale è stato valutato il potenziale terapeutico della melatonina nel trattamento del reflusso gastroesofageo, comparandone gli effetti rispetto ad un farmaco inibitore di pompa protonica comunemente utilizzato per trattare tale patologia. I risultati più interessanti sono riportati nella Figura 3.

Figura 3

Lo studio eseguito da Kandil e colleghi ha confrontato alcuni indicatori della malattia in controlli sani e prima e dopo il trattamento con melatonina o con il farmaco, in soggetti affetti da reflusso. Quello che si può osservare è che dopo 8 settimane di trattamento tutti gli indicatori tornano a livelli comparabili al controllo, nel gruppo che ha assunto la melatonina, mentre il farmaco è efficace solo su determinati aspetti della malattia. Un esempio pratico: il primo parametro considerato, la pressione del LES, non è minimamente corretta dal farmaco, mentre il trattamento con melatonina porta i valora da 10 (pre-trattamento) a 20,2 (post-trattamento), con un controllo sano che si attesta a 22,8.

La melatonina riduce il danno tissutale e l’alterazione della mucosa dello stomaco indotti dall’utilizzo di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS)

Grazie a tutti i meccanismi finora citati, la melatonina rappresenta una forma di protezione nei confronti del danno tissutale e l’alterazione della mucosa dello stomaco indotti dall’utilizzo di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), considerati uno dei fattori di rischio per l’insorgenza della gastrite (Sánchez et al., 2020). Stimolando la secrezione di prostaglandine, la melatonina combatte l’inibizione dell’enzima ciclossigenasi, deputato alla sintesi delle prostaglandine, operata dai FANS, e stimolando la secrezione di muco, fornisce alla mucosa gastrica un sistema di protezione nei confronti della secrezione acida più abbondante in caso di assunzione di FANS. Inoltre la melatonina, aumentando i livelli di ossido nitrico, contribuisce alla riparazione tissutale e, in quanto antiossidante, detossifica le specie reattive dell’ossigeno provenienti dal metabolismo di tali farmaci.

In conclusione, la melatonina rappresenta una valida strategia per la gestione di gastrite e reflusso gastro-esofageo, potendo non solo combatterne i sintomi ma anche agendo con meccanismi molecolari per il trattamento delle cause che le originano.

Bibliografia

Bonnefont-Rousselot, D., & Collin, F. (2010). Melatonin: action as antioxidant and potential applications in human disease and aging. Toxicology, 278(1), 55-67.

Brzozowska, I., Konturek, P. C., Brzozowski, T., Konturek, S. J., Kwiecien, S., Pajdo, R., … & Hahn, E. G. (2002). Role of prostaglandins, nitric oxide, sensory nerves and gastrin in acceleration of ulcer healing by melatonin and its precursor, L‐tryptophan. Journal of pineal research, 32(3), 149-162.

Jaworek, J., Brzozowski, T., & Konturek, S. J. (2005). Melatonin as an organoprotector in the stomach and the pancreas. Journal of pineal research, 38(2), 73-83.

Kandil, T. S., Mousa, A. A., El-Gendy, A. A., & Abbas, A. M. (2010). The potential therapeutic effect of melatonin in gastro-esophageal reflux disease. BMC gastroenterology, 10(1), 1-9.

Sánchez, A. B., Clares, B., Rodríguez-Lagunas, M. J., Fábrega, M. J., & Calpena, A. C. (2020). Study of melatonin as preventive agent of gastrointestinal damage induced by sodium diclofenac. Cells, 9(1), 180.

Sjöblom, M., & Flemström, G. (2003). Melatonin in the duodenal lumen is a potent stimulant of mucosal bicarbonate secretion. Journal of pineal research, 34(4), 288-293.

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